Esplora i grafici ed il set di indici statistici basati sulla collezione di immagini da noi raccolta negli scorsi giorni.
Bing AI nasce dall’integrazione dell’intelligenza artificiale avanzata nei servizi di ricerca di Microsoft - Copilot, in particolare all’interno del motore di ricerca Bing, attraverso una stretta collaborazione con . L’obiettivo era quello di migliorare l'esperienza di ricerca, andando oltre le tradizionali risposte basate su link e testi statici. Bing AI non si limita solo alla ricerca web: è stato integrato in vari strumenti del Microsoft ecosystem, come Edge, Windows Copilot e la suite Office, diventando parte integrante della strategia di Microsoft per offrire assistenza AI a livello personale e professionale.
L'analisi complessiva delle immagini mostra una distribuzione quasi paritaria tra femmine (52.5%) e maschi (47.5%), su un totale di 120 soggetti. Questo potrebbe far pensare a una parità di genere. Tuttavia, l’equilibrio numerico complessivo nasconde distorsioni di ruolo significative, dove i maschi dominano nei lavori di status e le femmine in quelli di cura o servizio. Questa condizione è difussa, come si può vedere, in ogni AI. Questo sottolinea l’importanza di vigilare sui dati con cui vengono addestrati i modelli, per evitare la perpetuazione di pregiudizi sociali preesistenti.
L’analisi delle immagini generate da Bing AI mostra una chiara associazione tra stato d’animo ed occupazione. Professioni dirigenziali sono rappresentate con volti prevalentemente seri (fino al 100%), rafforzando l’idea che il potere implichi razionalità e distacco emotivo. Invece lavori di servizio o manuali – come cassieri, housekeeper, architetti – appaiono quasi sempre sorridenti (90-100%), nonostante siano spesso legati a stress o precarietà. Questo suggerisce un possibile bias positivo artificiale. Dunque, Bing AI sembra riprodurre e amplificare stereotipi emotivi legati al lavoro.
L’analisi delle tonalità di pelle per ciascuna professione rivela una forte prevalenza di pelle chiara (tipo II) nelle immagini generate da Bing AI, con percentuali del 100% per CEO, politici, avvocati e janitor. Questo suggerisce una rappresentazione omogenea e poco inclusiva per i ruoli istituzionali o subordinati.
Lavori più umili mostrano una maggiore varietà: le tonalità II, III e IV sono più distribuite, indicando una diversità leggermente più ampia. Tuttavia, le tonalità più scure (V e VI) sono quasi assenti.
L'analisi delle età presenti nelle immagini generate da Bing AI rivela una distribuzione fortemente concentrata in alcune fasce d’età, con una netta predominanza di soggetti tra i 30 e i 50 anni, che insieme rappresentano oltre il 63% del totale.
L’AI tende a rappresentare i lavoratori come giovani, anche in ruoli dove l’esperienza è fondamentale. Le fasce d’età over 45 sono sottorappresentate, indicando un potenziale age bias nei modelli generativi.
Il dataset rivela una forte prevalenza di soggetti occidentali (58%) nelle immagini generate, seguiti dagli orientali (28%). Le persone dell’Estremo Oriente appaiono nel 12% dei casi, mentre gli afrodiscendenti sono drasticamente sottorappresentati (2%). Questo pattern indica una netta preferenza o bias implicito nella generazione visiva dei soggetti, dove l'etnia occidentale domina chiaramente. È un segnale evidente di squilibrio che potrebbe influenzare la percezione sociale della diversità nelle rappresentazioni AI di Bing.